Finita la guerra mondiale, vicino ormai all’età di 35 anni, quindi non più giovanissimo ma pieno di entusiasmo, Luigi Venzano inizia la sua attività di scultore nella natia Sestri Ponente, dove operò per tutta la vita.
In effetti non manca da Sestri da molto tempo, ma è probabile che al suo rientro trovi la sua cittadina sensibilmente cambiata. Stabilimenti, cantieri ed officine si sono sviluppati enormemente, anche per effetto della spinta ricevuta dalle esigenze belliche: Sestri ha assunto le caratteristiche di un centro industriale e proletario. Si evidenziano però alcune peculiarità che rimarranno e che probabilmente derivano dal fatto che prima dell’esplosione industriale esisteva già un centro socialmente organizzato, dotato di una sua vita ed una sua tradizione. Le industrie nascono intorno a questa realtà che le accetta e le vuole perchè sente, in maniera più o meno consapevole, che il mondo industriale è il mondo dei prossimi cento anni. La nuova cultura industriale si sovrappone a quella preesistente ed in un qualche modo fa parte essa stessa della tradizione (si tenga conto che le prime attività industriali sono sorte quasi cinquanta anni prima). I problemi sociali sono affrontati in maniera decisa, ma certamente molto matura per i tempi. Un profondo senso di solidarietà fa prosperare le iniziative mutualistiche, quali Pubbliche Assistenze e società di Mutuo Soccorso di ispirazione Cattolica e laico-socialista. Le cooperative pullulano; quelle edilizie, in particolare, canalizzando ed organizzando i risparmi di tutti, consentono a molte famiglie di operai di costruirsi un appartamento di proprietà. La Giunta socialista dell’ingegner Carlo Canepa lancia l’ambizioso progetto de “La città Industriale, dal Polcevera al Varenna”. Nel 1924 si tiene nell’attuale piazza Oriani una Esposizione Industriale Internazionale.
Oltre che negli aspetti politici e sociali veri e propri, la vitalità di Sestri in questo periodo è testimoniata anche dal proliferare dell’associazionismo di natura sportiva e culturale. Basti ricordare l’Università Popolare Sestrese, le Filodrammatiche, l’Unione Sportiva (che porta a Sestri l’atmosfera olimpica), la Fratellanza Sestrese (che porta il calcio sestrese a livelli nazionali), le molte associazioni escursionistiche, tra le quali spicca la locale sezione della UOEI (Unione Operaia Escursionisti Italiani) della quale è animatore l’amico Davide.
Per completare il quadro storico è necessario ricordare che gli anni venti appena iniziati in Italia hanno poi il ben noto sviluppo politico, segnando l’avvento al potere e poi il consolidamento del Fascismo. Sestri non ci sta e tenta di opporsi. Una prima fase è particolarmente violenta: nasce e si consolida in questo periodo l’immagine di una “Sestri rossa” o “Sestringrado” che resisterà poi nel tempo. Ed ecco l’assalto alla Camera del Lavoro; i “manganelli” contro i quali ci si difende con gli stoccafissi secchi usati come bastoni; un morto (il fascista Manlio Cavagnaro, fratello di Tullio). Il tutto sarà però rapidamente “normalizzato” nella seconda metà degli anni venti. Le associazioni ad una ad una dovranno accettare di rientrare nello schema fascista: quelle più resistenti preferiranno sciogliersi. L’amministrazione cittadina passerà dalla giunta eletta ad un Commissario Prefettizio e quando scomparirà anche sul piano formale l’autonomia amministrativa (creazione della Grande Genova), nessuno si accorgerà di nulla.
E` in questa Sestri, vivace, innovativa e battagliera, certo non grande città ma neppure smorta ed arida periferia industriale, che Luigi Venzano avvia con altrettanto entusiasmo e vitalità la sua attività di scultore. Lavora nello studio che ha aperto in via Galvani, prendendo in affitto una baracca con un po’ di terreno attorno. Vive in famiglia, con Papà Checco, Zia Linda e la sorella Nilla che insegna alle Scuole Elementari di Sciarborasca, ma che presto troverà posto in quelle di Sestri. Lavora molto, come ha sempre fatto, ma riallaccia anche le vecchie amicizie, con molto piacere ed entusiasmo.
L’avvio professionale sul piano economico è certamente favorito dalla decisione della Direzione dell’Accademia di consentirgli di usufruire a Genova della parte non goduta del pensionato, interrotto a Roma per la chiamata alle armi. In effetti continua a studiare, specialmente la figura umana impegnata nella fatica e nello sforzo. Sono di questo periodo, e facevano parte della documentazione degli studi compiuti presentata all’Accademia, quattro nudi maschili alti circa 60 centimetri. Sono tutte figure intente a smuovere qualcosa con una sbarra usata come leva. Posano per lui giovani sestresi, atleti e ginnasti dell’Unione Sportiva principalmente; lo studio anatomico è curato ed attento. Due di queste figure verranno riunite in un gruppo bronzeo intitolato LA LEVA che verrà esposto in una mostra personale, negli anni trenta.
Ma ora per Luigi Venzano ò soprattutto necessario affermarsi in prima persona, dimostrare a sò stesso prima di tutto la validità della scelta artistica fatta. E vengono i primi incarichi da scultore: qualche lavoro di arte funeraria (tomba Storace, al nuovo cimitero dei Pini Storti); un busto in ricordo di un sestrese decorato al valor militare, il capitano dei bersaglieri Civardi; la medaglia commemorativa della guerra 15-18. Non rifiuta lavori da fare gratuitamente, richiesti da associazioni cittadine, come è il caso della medaglia commemorativa di un raduno nazionale dell’UOEI, o la targa ritratto dell’aviatore Palli (il pilota di D’Annunzio) richiestagli da un gruppo di combattenti e poi donata al Vittoriale. Sono pure di questo periodo alcuni ritratti di parenti, specialmente della famiglia Rapallo, come “barba Fransè” e le nipoti di Lalla Zabbe: le cuginette Isa, Lina e Delia.